Το τσιμέντο της Αρχαίας Ρώμης καλύτερο από το σημερινό

Το μείγμα της ηφαιστειακής τέφρας και του ασβέστη που χρησιμοποιούσαν στην αρχαία Ρώμη για την κατασκευή κτιρίων ήταν πολύ πιο ισχυρό, με μεγαλύτερη διάρκεια ζωής, αλλά και περισσότερο συμβατό με το περιβάλλον σε σχέση με το σημερινό τσιμέντο.
Σε αυτή τη διαπίστωση καταλήγουν Αμερικανοί επιστήμονες του Πανεπιστημίου της Καλιφόρνια, οι οποίοι παρατήρησαν ότι το υλικό που χρησιμοποιήθηκε πριν 2.000 χρόνια για την κατασκευή λιμένων άντεχε στο νερό και τη διάβρωση, ενώ σε πολλές περιπτώσεις είχε διατηρηθεί πλήρως.
Η μηχανικός, Μαρί Τζάκσον, δήλωσε πως το τσιμέντο της αρχαίας Ρώμης συγκριτικά με εκείνο που χρησιμοποιείται στο Πόρτλαντ, για παράδειγμα, υπό αυτές τις συνθήκες δε θα είχε τέτοια διάρκεια, ενώ θα ξεκινούσε σύντομα να διαβρώνεται.
Για να καταλήξουν σε αυτό το συμπέρασμα οι μελετητές συγκέντρωσαν στοιχεία από την Ευρώπη και τις ΗΠΑ, αλλά και δείγμα από το αρχαίο λιμάνι του Ποτζουόλι στη Νάπολη.
Το μυστικό βρίσκεται στη χρήση συγκεκριμένων ορυκτών, εκ των οποίων ηφαιστειακή τέφρα και ασβέστη, τα οποία σε επαφή με το νερό έκαναν το τσιμέντο εξαιρετικά ανθεκτικό.
Μάλιστα, από την παραγωγή του δεν απελευθερωνόταν διοξείδιο του άνθρακα, όπως συμβαίνει με το τσιμέντο που χρησιμοποιείται σήμερα.
Θα ήταν ιδανικό, επομένως, αν οι ειδικοί «έκλεβαν» κάποια από τα μυστικά των αρχαίων Ρωμαίων για την παραγωγή σκυροδέματος ανθεκτικού στο χρόνο, αλλά και φιλικό προς το περιβάλλον.

Πηγή: protothema

 

Dall'antica Roma un segreto per costruire: "Il cemento del passato meglio dell'attuale"

La mistura di cenere vulcanica e calce produceva un impasto molto più solido e sostenibile di quello impiegato da duecento anni a oggi. Una pratica che incide per il 7% sulle emissioni di diossido di carbonio a livello mondiale
ROMA - "In secula seculorum", nei secoli dei secoli. E così sia: una volta costruito un edificio, nell'antica Roma, ce ne si poteva dimenticare. Eccetto terremoti imprevedibili, tutti avevano la certezza che non sarebbe mai crollato. Perché l'impasto cementizio utilizzato ai tempi dell'Impero era meglio di quello che sappiamo fare oggi. Più resistente sì, ma anche più sostenibile dal punto di vista ambientale.
Per capirlo basta guardare le rovine romane ancora in piedi dopo oltre duemila anni. E a metterlo nero su bianco è uno studio di una squadra internazionale di scienziati, e potrebbe aiutare chi costruisce a farlo da qui in poi in maniera migliore. Gli scienziati e gli ingegneri hanno notato la resistenza all'erosione e all'acqua del cemento romano impiegato nella costruzione di porti, ancora pefettamente conservato in molti casi. L'ingegnere Marie Jackson dell'Università della California a Berkley fa i numeri: "Rispetto a quello romano, il cemento di Portland, quello che usiamo comunemente da 200 anni, in queste condizioni non durerebbe più di mezzo secolo prima di iniziare a erodersi".
Per capire le proprietà del cemento romano, l'equipe ha analizzato tra l'Europa e gli Usa un campione estratto dal porto romano della baia di Pozzuoli, a Napoli. Il segreto è nell'utilizzo di particolari minerali, tra cui roccia vulcanica e calce, che a contatto con l'acqua rendevano il cemento particolarmente solido. E che per essere prodotto, non aveva bisogno di una dispersione di diossido di carbonio nell'atmosfera pari al 7% del totale, come accade oggi.  Il connubio calce-cenere vulcanica non c'è nel cemento di Portland. E quindi "dopo qualche anno inizia a fratturarsi, al contrario di quello romano", spiega ancora Jackson. Impiegare oggi quelle tecniche di costruzione è una sfida per tutta l'industria. Ma si avrebbe quindi poi accesso a un materiale più solido ed ecologico da produrre. Accanto alle altre soluzioni sostenibili per l'ambiente a cui oggi l'umanità ha accesso, ora c'è un'altra risposta che viene dal passato remoto.

Πηγή: repubblica