Ιταλία: Κατασχέσεις λόγω φοροδιαφυγής στον οίκο Bulgari
Ιταλία: Κατασχέσεις λόγω φοροδιαφυγής στον οίκο Bulgari
Τα εν λόγω περιουσιακά στοιχεία ανήκουν σε δύο ιστορικούς
μετόχους του ομίλου Bulgari, ο
οποίος από το 2011 αποτελεί ιδιοκτησία του γαλλικού ομίλου LVMH, τους Πάολο και
Νικόλα Μπούλγκαρι, καθώς και σε δύο επικεφαλής των επιχειρήσεων του ομίλου,
μεταξύ των οποίων ο σημερινός επικεφαλής του, ο Μαουρίτσιο Βαλεντίνι, και ο
προκάτοχός του, ο Φραντσέσκο Τραπάνι.
Οι τέσσερις κατηγορούνται ότι «απέκρυψαν από την ιταλική εφορία, μέσω ψευδών
δηλώσεων, τζίρο ύψους περίπου τριών δισεκ. ευρώ χρησιμοποιώντας εταιρείες με
έδρα την Ολλανδία και την Ιρλανδία, τις οποίες δημιούργησαν με μόνο στόχο να
αποφύγουν τη φορολόγησή τους στην Ιταλία», σύμφωνα με την αστυνομία.
Πριν από περισσότερο από δύο μήνες, δημοσιεύματα του Τύπου ανέφεραν πως ο
όμιλος Bulgari
βρίσκεται στο στόχαστρο της δικαιοσύνης ως ύποπτος για φοροδιαφυγή.
Ο Φραντσέσκο Τραπάνι, ο οποίος διηύθυνε τον οίκο Bulgari επί σχεδόν 30 χρόνια, είχε
υποστηρίξει τότε πως ο όμιλος «σεβόταν ανέκαθεν τους φορολογικούς κανονισμούς
στην Ιταλία και το εξωτερικό».
Ο Τραπάνι μίλησε για «δεκάδες και δεκάδες φορολογικούς ελέγχους» που έχουν
γίνει στον Bulgari αυτά τα
τελευταία χρόνια και είχε χαρακτηρίσει «εξωφρενικές και αβάσιμες» τις
κατηγορίες της αστυνομίας, διαβεβαιώνοντας πως όλοι οι έλεγχοι είχαν
ολοκληρωθεί «με την παραδοχή πως είχαμε δράσει ορθά».
«Έχουμε ανάγκη από ένα ισχυρό κράτος εναντίον της φοροδιαφυγής, αλλά και
από λίγη λογική που να επιτρέπει σ' αυτούς που σέβονται τους κανόνες να
συνεχίζουν να εργάζονται», είχε προσθέσει τότε ο Τραπάνι.
Πηγή: ert
Bulgari
accusata di evasione fiscale: sequestrati beni per 46 milioni
Sigilli anche al palazzo di via
Condotti
La società avrebbe sottratto all'erario, dal 2006 in avanti, circa tre
miliardi di euro di ricavi. Indagati i fratelli Paolo e Nicola
ROMA - L'accusa è di aver nascosto al fisco, a partire
dal 2006 e fino al 2011, circa tre miliardi di euro di ricavi e 293 milioni di
dividendi, attraverso la creazione di società controllate di pura facciata con
sede in Olanda e in Irlanda, costruite con la sola finalità di sfuggire alle
tasse italiane.
Per questo nei confronti dei vertici del colosso del lusso Bulgari è scattato
oggi un maxi sequestro preventivo di oltre 46 milioni di euro tra disponibilità
finanziarie e beni immobili, compreso il prestigioso palazzo al numero 11 di
via Condotti nel cuore dello shopping capitolino. I provvedimenti della Guardia
di Finanza hanno colpito Paolo e Nicola Bulgari, soci storici del gruppo,
l'attuale rappresentante legale della capogruppo italiana Maurizio Valentini e
il suo predecessore Francesco Trapani.
L'accusa, nei loro confronti, è di dichiarazione fraudolenta. Tra i beni
sottoposti a sequestro preventivo, emesso dal G.I.P di Roma Vilma Passamonti,
figurano anche alcune partecipazioni societarie e assicurazioni sulla vita.
Secondo le verifiche del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma i dirigenti del
gruppo avrebbero congegnato una "escape strategy", così definita in
un documento interno di nove fogli ritrovato dagli inquirenti.
Una vera e propria strategia di fuga pianificata per sottrarsi alle maglie del
fisco italiano in particolare dopo che, dal primo gennaio 2006, la normativa si
è fatta più stringente in virtù della tassazione dei dividenti provenienti da
Paesi a fiscalità privilegiata. Dalle indagini è emerso che i margini di
guadagno realizzati sul mercato globale dalla multinazionale del lusso
sarebbero stati "riallocati" all'estero attraverso l'apertura di
apposite società controllate.
La "meta finale" della pianificazione fiscale architettata dal gruppo
sarebbe stata l'Irlanda, con la creazione ad hoc della BEIRE (British Ireland
LTD). Una società che aveva "sulla carta" il compito di
immagazzinare, conservare e spedire i prodotti finiti (tra cui gioielli, borse
e profumi) verso le società commerciali e i distributori terzi del Gruppo
Bulgari, ed era controllata al 100 per cento dalla società italiana Bulgari
S.p.a.
In realtà le merci, secondo quanto ricostruito, non arrivavano fisicamente in
Irlanda per poi essere distribuite e smistate. A confermarlo sono stati gli
stessi rivenditori esterni del gruppo, che commercializzano i prodotti a
marchio Bulgari e hanno spiegato agli inquirenti come nulla sia cambiato nel
flusso seguito dagli ordini e della merce dopo la costituzione della società
irlandese.
Attraverso la finta compravendita dei beni da parte della BEIRE, sarebbe però
stato alimentato un vasto ciclo di fatturazione completamente slegato dalla
realtà, in modo da concentrare i dividendi realizzati in uno Stato dove la
pressione fiscale e' al 12,5 per cento, nettamente più vantaggiosa rispetto
all'Italia.
La "escape strategy predisposta dai vertici di Bulgari avrebbe portato, in
un primo tempo, alla creazione di società in Olanda, Paese la cui legislazione
fiscale ha consentito di dedurre le perdite pregresse della holding.
Solo successivamente e' stata creata la società BEIRE in Irlanda. Il meccanismo
descritto nell'ordinanza di sequestro viene però seccamente contestato dalla
holding: "La Società è estremamente sorpresa dalle considerazioni
formulate nel provvedimento", si legge in una nota diffusa nel pomeriggio
di oggi, "e dichiara che le società straniere oggetto di indagine sono
imprese reali ed effettive, che ricoprono un incontestabile ruolo strategico
per il gruppo, con circa 300 dipendenti di diverso profilo".
Tra le accuse ai vertici della società, anche quella di aver evaso una base
imponibile IRAP di oltre un miliardo e novecento milioni di euro, mentre il
sequestro preventivo è scattato per i 46 milioni di euro che non sono stati
versati al fisco italiano tra il 2006 e il 2011.
Ancora aperta, fanno sapere gli inquirenti, rimane invece la partita dei tre
miliardi di ricavi non dichiarati. Si tratta di ricavi localizzati all'estero,
dai quali è necessario sottrarre i costi sostenuti per poter capire la reale
entità del vantaggio ottenuto a livello fiscale grazie alla creazione delle
società in Olanda e in Irlanda.
Saranno i vertici di Bulgari a dover quantificare e dimostrare la reale portata
di tali costi e degli utili realizzati. Il lavoro di scavo nei conti della
holding del lusso insomma non è ancora terminato. La notizia su un'inchiesta
aperta dalla procura di Roma nei confronti del holding, acquisita nel frattempo
dalla francese Luis Vuitton con un investimento di un miliardo e quattrocento
milioni , era uscita già alla fine del 2012.
Le verifiche della Guardia di Finanze, durate per tutto il mese di dicembre, si
erano concluse con una relazione consegnata al procuratore aggiunto Pierfilippo
Laviani, che coordina il Dipartimento Reati Tributari, sulla base della quale
oggi sono scattati i sequestri.
Πηγή: il messaggero
In : ιταλική μόδα (moda & stilisti italiani)
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