Ιταλία: δεύτερη θητεία για τον Τζόρτζιο Ναπολιτάνο (Giorgio Napolitano)
Ιταλία: δεύτερη θητεία για τον Τζόρτζιο Ναπολιτάνο (Giorgio Napolitano)
Ο 88χρονος Τζόρτζιο Ναπολιτάνο επανεξελέγη
πρόεδρος της Δημοκρατίας στην Ιταλία.
Στην έκτη κατά σειρά ψηφοφορία των 1.007 εκλεκτόρων φαίνεται ότι αποσπά τη
σχετική πλειοψηφία. Η καταμέτρηση των ψήφων συνεχίζεται.
Να σημειωθεί ότι είναι η πρώτη φορά στη σύγχρονη ιστορία της Ιταλίας που
επανεκλέγεται πρόεδρος για δεύτερη συνεχόμενη θητεία.
Ο Ναπολιτάνο είχε ανακοινώσει νωρίτερα σήμερα ότι δέχεται την πρόταση της
κεντροδεξιάς, της κεντροαριστεράς και του κέντρου του Μάριο Μόντι να
επανεκλεγεί στην προεδρία προκειμένου να βρεθεί μια λύση στην πολιτική κρίση.
Ο ηγέτης του Κινήματων των Πέντε Αστέρων (Μ5S) Μπέπε Γκρίλο από την πλευρά του
είχε χαρακτηρίσει «πραξικόπημα» την επανεκλογή του Ναπολιτάνο και κάλεσε τους
υποστηρικτές του να διαδηλώσουν έξω από το κοινοβούλιο. «Πρέπει να μαζευτούμε
εκατομμύρια. Μην με αφήσετε μόνο ή με μια χούφτα ανθρώπους. Είτε θα έχουμε
δημοκρατία εδώ ή θα χαθούμε ως χώρα», τόνισε.
Πηγή: kathimerini
Elezione del Presidente della
Repubblica 2013
Al Quirinale il bis di Giorgio Napolitano
“Un’assunzione di responsabilità adesso i partiti facciano altrettanto”
Dopo una
mattinata di trattative e appelli dei partiti che gli hanno chiesto la
disponibilità a essere rieletto, Giorgio Napolitano ha detto sì. È lui il
presidente della Repubblica, per la seconda volta. I consensi per la rielezione
di Giorgio Napolitano hanno superato anche due terzi del plenum dei 1007 grandi
elettori, ovvero quota 672. Napolitano nel 2006 era stato eletto a maggioranza
assoluta dal centrosinistra con 543 voti.
La giornata
Decisivo l’incontro con i presidenti delle Regioni che gli hanno rivolto un
accorato appello in nome della coesione nazionale. «Nella consapevolezza delle
ragioni che mi sono state rappresentate, e nel rispetto delle personalità
finora sottopostesi al voto per l’elezione del nuovo Capo dello Stato, ritengo
di dover offrire la disponibilità che mi è stata richiesta. Naturalmente, nei
colloqui di questa mattina, non si è discusso di argomenti estranei al tema
dell’elezione del Presidente della Repubblica. Mi muove in questo momento il
sentimento di non potermi sottrarre a un’assunzione di responsabilità verso la
nazione, confidando che vi corrisponda una analoga collettiva assunzione di
responsabilità» ha detto in una nota.
Lo spoglio
In aula Napolitano ha avuto 739 voti,
Rodotà si è fermato a 217. Otto per De Caprio.
I grandi elettori hanno seguito lo spoglio in silenzio, poi l’aula è esplosa in
un applauso nel momento in cui il quorum è stato raggiunto. Poi si sono alzati
cori contro i 5 Stelle: «Buffoni, buffoni».
Gli attestati di stima
«Giorgio Napolitano conferma ancora una volta di essere un grande servitore
dello Stato e un grande italiano. In questi sette anni è stato un esempio di
saggezza politica, il vero garante delle Istituzioni, ha guidato il Paese in un
percorso di riscoperta del senso dello Stato e del valore dell’unità nazionale»
dice il presidente del Senato.
«Nel farLe sentire la nostra vicinanza e partecipazione avvertiamo il peso
della responsabilità che l’incarico conferitoLe porta con sé, specialmente in
quest’ora della storia», scrive la Cei. «Oggi è una giornata importante per la
nostra Repubblica. Ringrazio il Presidente Giorgio Napolitano per lo spirito di
servizio e per la generosità personale e politica con cui ha accettato di
proseguire il suo impegno e la sua opera in un contesto tanto difficile e
incerto» dice Berlusconi.
La svolta dopo la notte
Le cose si sono messe a correre veloci dopo la notte e, bruciati i nomi di
Marini e Prodi, una lunga processione si è messa in fila per chiedere a
Napolitano di accettare un secondo mandato, perché un’altra soluzione non c’è e
la casa brucia. Il capo dello Stato ha riflettuto a lungo e ha detto sì, perché
da Pd, Pdl, Lega e Scelta civica è stata espressa «la convinzione che, nella
grave situazione venutasi a determinare, sia altamente necessario e urgente che
il Parlamento possa dar luogo a una manifestazione di unità e coesione
nazionale attraverso la rielezione del Presidente».
Bersani e i partiti al Colle
Pier Luigi Bersani, provato dall’avvitamento del Pd, è salito per primo
stamattina al Colle per chiedere al Capo dello Stato di ricandidarsi. E di
fronte alle garanzie forti chieste da Napolitano, per la prima volta ha dovuto
ammettere la possibilità di un esecutivo di larghe intese (tra i nomi che
circolano nel Palazzo per la premiership quelli di Giuliano Amato ed Enrico
Letta).
Anche Silvio Berlusconi è andato al Quirinale insieme a Gianni Letta ed
Angelino Alfano, per ribadire ciò che già il Cavaliere aveva fatto sapere in
nottata: il modo migliore per uscire dalla grave crisi in atto sarebbe stato
una riconferma.
In rapida sequenza è poi arrivato sul Colle anche il leader di Scelta Civica
Mario Monti, che ha insistito fino all’ultimo sulla candidatura di Anna Maria
Cancellieri, tanto da far pensare ad una sua freddezza sul Napolitano bis,
smentita dallo stesso Monti con una nota di Palazzo Chigi: «Monti si è recato
questa mattina al Quirinale per pregare vivamente il Presidente Napolitano, a
nome di Scelta Civica e suo personale, di accettare la ricandidatura, nel
superiore interesse del Paese».
L’appello dei governatori
Poi sono stati i governatori delle Regioni (tra loro il leghista Roberto
Maroni) ad implorare il Capo dello Stato.
Mentre a Montecitorio la quinta fumata nera garantiva una pausa di riflessione,
un no secco è stato invece scaraventato sull’ipotesi dai grillini e da Sel.
«Finita riunione del gruppo Sel: be quiet and vote Rodotà. Da oggi inizia la
costruzione di una nuova sinistra moderna» scrive su Twitter il deputato di Sel
Sergio Boccadutri.
Il Movimento 5 Stelle insiste ancora su Stefano Rodotà. «Non penso che Napolitano
sia una scelta che vada bene agli italiani - ha detto il deputato Massimo
Artini. Napolitano è l’uomo che ha salvato Berlusconi, ha scelto di non andare
alle elezioni e ha nominato Monti. Siamo a questo punto perché è stato fatto
tutto questo con l’avvallo di Napolitano».
I 5 Stelle
Un lungo applauso dei parlamentari ha accompagnato il termine dello spoglio del
sesto scrutinio per l’elezione del presidente della Repubblica che ha visto la
conferma di Napolitano al Colle. Ancora una volta gli unici a restare seduti ai
propri banchi sono i parlamentari del Cinque Stelle che hanno votato Stefano
Rodotà e si sono dati appuntamento davanti a Montecitorio per manifestare con
Beppe Grillo contro quello che il loro leader ha definito un «colpo di Stato».
Grillo ha usato toni forti: «In milioni davanti a Montecitorio». Ma immediato è
arrivato l’alt di Rodotà: «Io sono contrario a qualsiasi marcia su Roma. Sono
sempre stato convinto che le decisioni parlamentari possano e debbano essere
discusse e criticate anche duramente, ma partendo dal presupposto che si
muovono nell’ambito della legalità democratica costituzionale».
Πηγή: la stampa
In : πολιτική (notizie politiche)
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