«Io porto i pantaloni rosa» (Εγώ φοράω ροζ παντελόνι) είναι το σύνθημα μεγάλης εκστρατίας κατά της ομοφοβίας μετά την την αυτοκτονία του 15χρονου Αντρέα, θύμα διαπόμπευσης.
Σοκ, δέος, έντονο προβληματισμό και πλήθος διαδηλώσεων ενάντια στην ομοφοβία έχει προκαλέσειστην Ιταλία η αυτοκτονία-σοκ του 15χρονου Ανδρέα.
Ποιός ήταν ο Αντρέας; Ένας έφηβος που αγαπούσε να ντύνεται εκκεντρικά και έβαλε τέλος στη ζωή του έπειτα από ένα χρόνο διαπόμπευσής του στο σχολείο και μέσω κοινωνικών δικτύων.
Ειδικότερα επειτα από ένα χρόνο επανειλημμένων ομοφοβικών επιθέσεων στο σχολείο και μιας σελίδας στο
Facebook με τίτλο «Το αγόρι με το ροζ παντελόνι», που αναρτούσε χλευαστικά σχόλια και φωτογραφίες του Αντρέα παραποιημένες μέσω Photoshop, ο 15χρονος κρεμάστηκε το απόγευμα της Τετάρτης στο σπίτι του στη Ρώμη μπροστά στον μικρό αδελφό του. Όταν τον βρήκε ο πατέρας του ήταν αργά.
Ο μαθητής του επιστημονικού Λυκείου
Cavour, που απέχει λίγα μέτρα από το Κολοσσαίο, φορούσε ρούχα σε ροζ χρώμα και έβαφε τα νύχια του.
Χιλιάδες Ιταλοί τον αποχαιρετούν με στοργή και διακηρύσσουν ότι θα πολεμήσουν κάθε μορφή έλλειψης ανεκτικότητας. Βγαίνουν στους δρόμους με κεριά για τον Αντρέα, φωνάζουν «ντροπή» και ζητούν νομοθεσία κατά της ομοφοβίας. «Αν όχι τώρα, πότε;» ρωτούν.
Τα κοινωνικά δίκτυα έχουν κατακλυστεί από μηνύματα αλληλεγγύης για τον Αντρέα που οδηγήθηκε στην αυτοχειρία. Μια μεγάλη εκστρατεία με σύνθημα «Εγώ φοράω ροζ παντελόνι» γεννήθηκε στο Διαδίκτυο. Στο
hashtag στο Twitter, με το ίδιο όνομα #ioportoipantalonirosa, αναρτώνται αμέτρητα σχόλια συμπαράστασης και καταδίκης της ομοφοβίας.
Ο πολιτικός κόσμος καταδικάζει την ομοφοβία. Ο ίδιος ο πρόεδρος της Ιταλικής Δημοκρατίας Τζόρτζιο Ναπολιτάνο εκφράζει βαθύ προβληματισμό «για τις συνεχιζόμενες απαράδεκτες ομοφοβικές συμπεριφορές που θίγουν τα δικαιώματα και την αξιοπρέπεια του ατόμου».
Η Εισαγγελία της Ρώμης έχει διατάξει τη διεξαγωγή έρευνας σχετικά με το θάνατο του 15χρονου και εξετάζει τα μηνύματα που είχαν αναρτηθεί για τον Αντρέα στο
Facebook, χωρίς να αποκλείεται να καταλήξει στην υπόθεση της υποκίνησης σε αυτοκτονία, όπως επισημαίνει η ιταλική εφημερίδα La Repubblica. Ο νεαρός ήταν ομοφυλόφιλος και δεν το έκρυβε σύμφωνα με αρκετές εκδοχές. Και στο σχολείο κάποιος τον χλεύαζε.
O παππούς του λέει στον ιταλικό Τύπο πως ο εγγονός του «δολοφονήθηκε από τη λάσπη» και είχε φλερτ με μία κοπέλα. «Σταύρωσαν το γιο μου σαν τον Ιησού. Τώρα θέλω δικαιοσύνη» δήλωσε η μητέρα του Αντρέα στην κηδεία του γιου της.
Πηγή: nooz

Roma, quindicenne suicida in casa

Gay Center: deriso a scuola. Aperta un'inchiesta / Napolitano: "Omofobia intollerabile" / Su Twitter messaggi di solidarietà per Andrea
Il ragazzino deriso su Facebook e additato come omosessuale. L'associazione: "Si è ucciso per questo". Ma la Concia dopo un sopralluogo al suo liceo: "Mi sembra che questa sua diversità fosse ben inserita nel contesto della classe". Intanto l'associazione 'Rete della Conoscenza' ha organizzato in serata una fiaccolata di solidarietà e la madre del quindicenne pubblica su Fb una sua foto col figlio e scrive "Con tutto l'amore che posso"
di SARA GRATTOGGI
La Procura di Roma ha avviato una inchiesta sul suicidio del 15enne deriso su Facebook e additato come gay. Le indagini sono al momento senza indagati o ipotesi di reato. Non si esclude che si possa successivamente arrivare a ipotizzare l'istigazione al suicidio.
A. S., studente del liceo scientifico Cavour, a pochi metri dal Colosseo, amava vestirsi di rosa e metteva lo smalto. Era omosessuale e non lo nascondeva. E a scuola qualcuno lo prendeva in giro. Sembrava forte ma durante la notte di mercoledì ha deciso di farla finita legandosi una sciarpa al collo dentro casa. E quando il fratellino lo ha trovato e ha chiamato i genitori, era troppo tardi.
A decine alla fiaccolata
Gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Pierfillippo Laviani, hanno già avviato una serie di accertamenti per tentare di capire quali siano le ragioni che hanno portato il giovane al gesto estremo. Oltre ai familiari potrebbero essere ascoltati a breve anche gli amici e compagni di classe del ragazzo. Secondo quanto denunciato dal portavoce di Gay Center, Fabrizio Marrazzo, il giovane potrebbe essere stato vittima di stalking a sfondo omofobo: su Facebook era stato creato un profilo con cui si denigrava il giovane suicida ''colpevole'' di mettere
lo smalto sulle unghie e di vestire di rosa.
"Era un ragazzo estroverso - raccontano - lo conoscevamo tutti. Vestiva in modo molto eccentrico, ma nessuno lo ha mai discriminato", raccontano invece i compagni. Dettagli che emergono anche dal suo profilo Facebook. Nella foto sulla bacheca, A. indossa una maglia rosa. Ha un'espressione divertita. Navigando su internet, però, si trova anche un altro profilo dedicato "al ragazzo con i pantaloni rosa". Il nome è storpiato, la foto con la parrucca è sua, la bacheca sembra essere curata da qualcun altro che, ogni giorno, annota le sue frasi offensive.
Tra gli amici di A. ora c'è tanta rabbia. "La pagherete, spero, in qualche modo. L'ignoranza che regna nelle vostre teste ha ucciso un ragazzino di 15 anni e voi ne siete colpevoli al 99%'', questo scrive più di un utente. ''Vergogna!'', scrive uno; ''Dovrete fare i conti con la vostra coscienza per il resto della vita'', gli fa eco un altro. E ancora: ''Che quello che è successo vi serva per rendervi conto di quanto fa male essere derisi'', ''Siete il tumore del mondo, il marcio dell'umanità, la sporcizia del genere umano'', si legge ancora. In una gara di solidarietà gli amici del ragazzo stanno mettendo la sua foto sui loro profili, lo salutano, lo abbracciano.
Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center lancia un appello al ministro dell' Istruzione Profumo "perché indica una giornata di lutto nelle scuole con un minuto di silenzio. Il suicidio del giovanissimo ragazzo romano merita la partecipazione di tutto il mondo della scuola. Il ragazzo suicida era gay e non è escluso che sia stato vittima di azioni di discriminazione e di omofobia, mali da cui la scuola non è indenne. Da un nostro recente sondaggio su 1000 giovani tra i 14 e i 18 anni risulta che la scuola è il contesto più spesso nominato con il 49 per cento degli intervistati che dichiarano di avere subito forme di discriminazione o pregiudizio. Occorre reagire".
"Serve una legge sull'omofobia"
Ma la deputata Pd Paola Concia difende i compagni di scuola: "Oggi ho incontrato per due ore i compagni di classe e i professori del ragazzo suicida del Liceo Cavour di Roma. Ho voluto farlo per capire cosa fosse accaduto davvero. I ragazzi mi hanno spiegato che hanno un doppio dolore: quello della perdita del loro compagno di classe e quello di essere stati descritti oggi su tutti i siti come i responsabili della sua morte. Li ho trovati sconvolti e ho riscontrato un contesto scolastico assolutamente non ostile alla diversità". E aggiunge: "Era sicuramente un ragazzo originale, di certo in cerca della sua identità, come molti a 15 anni - afferma Concia - ma di sicuro mi sembra che questa sua diversità fosse ben inserita nel contesto della classe".
Su Facebook il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti scrive: "Lo chiamavano 'il ragazzo dai pantaloni rosa'. Su Fb c'era una pagina in cui veniva preso in giro dai suoi compagni di scuola. Aveva 15 anni e ieri si è tolto la vita. E' una storia terribile, ma dobbiamo raccontarla perché tutti si rendano conto di quanto fa male l'omofobia, delle conseguenze terribili che offese e battute possono avere sulla vita delle persone. C'è chi vuole imporre - aggiunge - le proprie paure e le proprie ossessioni. Noi dobbiamo continuare a lottare contro l'ignoranza e il pregiudizio, perché tutti siano liberi e felici di essere se stessi".
Il sindaco Alemanno ha voluto esprimere, attraverso una nota, la propria vicinanza alla famiglia della vittima: "La notizia del suicidio di un ragazzo di quindici anni, a quanto risulta per una sorta di discriminazione omofobica, è una tragedia per tutti. Lo è per la città, che conta la perdita di un'anima evidentemente troppo sensibile. Lo è per la famiglia del ragazzo, alla quale va la nostra vicinanza. Ma lo è anche per i compagni di scuola e i professori di questo ragazzo, vittima dell'ignoranza prima ancora che del bullismo. La sua morte è sulla coscienza di tutti quelli che potevano tacere e non l'hanno fatto e di quelli che dovevano parlare e hanno lasciato correre".
"Aspettiamo l'esito delle indagini - conclude il sindaco - che, però, potranno sciogliere i dubbi sulla dinamica ma non colmeranno la tristezza che questo gesto provoca in tutti noi". E Nichi Vendola: "Non è giusto morire a 15 anni, piangiamo la vita spezzata di un ragazzino, l'ennesima vittima dell'ignoranza e dei pregiudizi".
E domani la tre giorni del XIV Congresso nazionale Arcigay "Diritti oltre la crisi", in programma a Ferrara, si aprirà con un minuto di silenzio a commemorazione del giovane suicida.
In serata, l'associazione 'Rete della Conoscenza' ha organizzato una fiaccolata di solidarietà in memoria del giovane suicida fino all'istituto Cavour, la scuola frequentata dal ragazzo. Chi voleva, poteva indossare un indumento rosa, il colore che amava indossare il ragazzo.
Alcuni insegnanti, genitori e compagni di classe del 15enne suicida hanno scritto due lettere, divulgate da Paola Concia, in cui tra l'altro si legge: "Noi che abbiamo conosciuto e voluto bene ad A. vogliamo dire che, all'irreparabile dolore per la sua morte tragica, si unisce un ulteriore motivo di sofferenza, legato al modo in cui la tragedia viene ricostruita stravolgendo l'immagine di A."
E ancora: "Probabilmente A. nascondeva, dietro un'immagine allegra e scanzonata, una sofferenza complicata e un profondo e non banale male di vivere. Per questo, crediamo che il modo migliore e più rispettoso per ricordarlo e continuare a volergli bene sia quello di lasciare la sua morte al silenzio, alla riflessione e all'affetto di chi gli è stato vicino".
Ma il portavoce di Gay Center insiste: "Abbiamo trascorso molte ore con i compagni di classe per ristabilire la tragica verità in una storia di pregiudizio strisciante, che andava avanti da oltre un anno. L'omofobia, il pregiudizio e la discriminazione si combattono uniti e chi prova a raccontare un'altra storia è poco informato o vuole nascondere la verità. Agli studenti diciamo che bisogna andare oltre il silenzio e di unirsi alla comunità lesbica, gay e trans nel combattere ogni forma di discriminazione".
Πηγή:  Roma.repubblica